sabato, settembre 23, 2006

Shana Tova 5767

Auguri di buon anno nuovo - del calendario ebraico Rosh haShanh Rosh haShana (in ebraico ראש השנה, letteralmente "testa dell'anno") è il principale dei capi d'anno del calendario ebraico. Questo capodanno serve per calcolare gli anni e quindi anche l'anno sabbatico e l'anno del giubileo. Nella Torah viene chiamato "il giorno del suono dello shofar" (Yom Terua, Levitico 23:24). La letteratura rabbinica e la liturgia descrivono Rosh haShana come il "Giorno del giudizio" (Yom haDin) e il "Giorno del ricordo" (Yom haZikkaron). Nella Bibbia, Rosh haShanah è citato solo come giorno di ricordo e del suono dello shofar. Queste due caratteristiche del giorno, intrecciate con il tema della proclamazione del Regno di Dio, divennero le componenti maggiori dell'osservanza del Nuovo anno nell'ebraismo successivo. Sono sottolineate dalla liturgia con la ripetizione dei "versetti del ricordo", "versetti che menzionano il suono del corno" e "versetti della regalità". Nella tradizione ebraica si racconta che Dio si siede sul trono – di fronte a lui sono i libri che raccolgono la storia dell'umanità (non solo del popolo ebraico). Ogni singola persona viene presa in esame per decidere se meriti il perdono o meno. La decisione verrà però ratificata solo in occasione di Yom Kippur. È per questo che i 10 giorni che separano queste due festività sono chiamate i 10 giorni penitenziali. In questi 10 giorni è dovere di ogni ebreo compiere un'analisi del proprio anno e individuare tutte le trasgressioni compiute nei confronti dei precetti ebraici. Ma l'uomo è rispettoso anche verso il proprio prossimo. Ancora più importante, allora, è l'analisi dei torti che si sono fatti nei confronti dei propri conoscenti. Una volta riconosciuto con se stessi di aver agito in maniera scorretta, occorre chiedere il perdono del danneggiato. Quest'ultimo ha il dovere di offrire il proprio perdono. Solo in casi particolari ha la facoltà di negarlo. È con l'anima del penitente che si affronta lo Yom Kippur. Rosh haShanah e Yom Kippur sono noti come "i Giorni santissimi". La festa di Rosh haShanah dura 2 giorni sia in Israele che nella diaspora. Ma esistono testimonianze di come a Gerusalemme in passato si festeggiasse solo il primo giorno. Le scritture recano il precetto dell'osservanza di un solo giorno. È per questo che alcune correnti dell'ebraismo festeggiano solo il primo. L'ebraismo ortodosso e quello conservativo li festeggiano entrambi. Nel calendario gregoriano Rosh haShanah cade 162 giorni dopo il primo dei giorni di Pesach. Basato sulla data tradizionale della creazione del mondo, cade il primo giorno di Tishri. Secondo il calendario gregoriano in settembre o nei primi giorni di ottobre. Una tradizione di Rosh haShanah consiste nell'intingere spicchi di mela nel miele. La celebrazione del Rosh haShanah si distingue per il suono dello shofar e per l’obbligo di fare teshuvà (pentimento, ravvedimento). Accanto a questi due segni di maggiore importanza, si sono aggiunti riti, usi e tradizioni di vario tipo, che insieme contribuiscono a fare dei due giorni del capodanno ebraico una realtà del tutto particolare. Un rito che potrebbe essere definito "minore", per la sua importanza, ha luogo di sera, sulla mensa, subito dopo il kiddush (la tradizionale preghiera e benedizione recitata sul vino la sera dell'inizio dello Shabbat o di una festa) e la benedizione sul pane. È ciò che viene chiamato il "Seder di Rosh haShanah". (Il Seder è il tradizionale servizio serale di apertura della Pasqua, che comprende pietanze speciali, simboli e narrazioni; la sequenza del servizio è regolata e la narrativa prende il nome di Haggadah.) Il nome di Seder, dato alla cerimonia, si spiega probabilmente perché ricorda in qualche modo e in miniatura il Seder pasquale, o anche perché si procede secondo un ordine (in ebraico Seder) più o meno prefissato. Non tutte le comunità celebrano questo Seder allo stesso modo, e sono documentate varianti sul numero delle cose che si fanno, sul tipo di alimenti, sull’identità delle pietanze e sulle formule che si recitano. (Compilato in base a vari documenti, fra cui Encarta e fonti da internet.)