giovedì, febbraio 01, 2007

Iran e Israele

Ahmadinejad e l'atomica Il problema non è politico, ma religioso Alcuni giorni fa è stata commemorato, con manifestazioni ufficiali a livello internazionale, il Giorno della Memoria per rievocare la Shoah. In Svizzera non se ne parla molto e nemmeno è tanto percepita la voce di Mahmoud Ahmadinejad, che proprio in quel giorno, il 27 gennaio 2007, ha nuovamente dichiarato che "Israele scomparirà". Già nel passato Hitler aveva annunciato i suoi piani in "Mein Kampf", prima di andare al potere. Oggi Ahmadinejad non cessa di proclamare la distruzione e l'annientamento dell' "entità sionista". Non sono gli unici. Nel corso della storia l'odio antisemitico si è manifestato in tutti i secoli – e anche la Svizzera non si è sottratta a questo triste fenomeno. Eppure in Europa si elevano voci a sostegno del presidente iraniano. Un esempio ci arriva dal liceo classico "Cavour" di Torino, da dove il professore Renato Pallavidini ha confermato in questi giorni che "Israele va distrutto". (Ma non illudiamoci, dopo la distruzione d'Israele verrà quella degli USA e del mondo occidentale, al fine di condurre queste nazioni alla Sharia.) Sarebbe opportuno chiedersi perché tanto odio? Quali sono le sue radici? Forse gelosia? Sembrerebbe che gli ebrei debbano essere il capro espiatorio per tutti i mali dell'umanità. Ma Yahvè ha scelto questo piccolo popolo al fine di benedire tutta la terra (lo leggiamo in Genesi). Perché, stranamente, tutte le forze si schierano contro questa stirpe? Se comprendiamo che il conflitto islamo-ebraico non è politico ma religioso, percepiamo meglio la realtà. Oltre 2500 anni fa, Asaf, uno dei profeti semiti dichiarò le parole che leggiamo oggi nei giornali: "Quelli che ti odiano alzano il capo, cospirano insidie contro il tuo popolo e fanno complotti contro quelli che tu proteggi. Dicono: Venite e distruggiamoli come nazione, e il nome d'Israele non sia più ricordato!" Ma un altro profeta gli fa eco: "Colui che protegge Israele non sonnecchia e non dorme…" Negli ultimi venti secoli il Protettore ha preservato il suo popolo – anche se è passato attraverso la valle della morte. È la battaglia degli dei. Forse il 2007 potrà rivelarci se il popolo di Allah avrà la meglio sul popolo di Yahvè.